Il campionamento delle acque sotterranee

Al fine di condurre un corretto campionamento delle acque sotterranee, per prima cosa si definisce il modello idrogeologico dell’area in esame; tale modello richiede l’acquisizione e l’interpretazione dei dati esistenti, per poi identificare i parametri idrogeologici che caratterizzano il flusso di falda, tramite l’esecuzione di prove dirette. Questa prima fase serve a individuare le modalità di alimentazione e deflusso delle falde presenti in sito, così come le modalità di migrazione dei potenziali inquinanti.

Le acque di falda vengono studiate mediante tre principali tipologie di indagine: rilievi piezometrici, prove idrauliche e prove di portata da pozzi. Nel contesto dell’indagine ambientale, è molto importante fare attenzione ai fattori che non sono solitamente contemplati da una classica indagine idrogeologica, come la ridotta scala delle aree oggetto di studio e la presenza di elementi antropici, che complicano ulteriormente il quadro idrogeologico.

Il piezometro consiste in un pozzo di osservazione mediante il quale è possibile misurare il carico idraulico di una falda ad una certa profondità. All’interno di un’indagine ambientale, i piezometri sono estremamente utili perché permettono di effettuare misure dirette della falda e di prelevare campioni d’acqua. Per quanto concerne la tipica struttura, un piezometro si presenta come un tubo, le cui estremità sono chiuse da tappi (quello superiore amovibile), inserito in un foro di sondaggio precedentemente predisposto.

Misurare la soggiacenza della falda significa individuare la profondità della sua superficie rispetto alla superficie topografica; tale misura deve essere effettuata preliminarmente alle altre operazioni per evitare di alterare il livello dell’acqua nel piezometro. Il freatimetro è lo strumento necessario alla misura della soggiacenza, ed è cosituito da una sonda di lettura alimentata a batteria, la quale viene calata all’interno del piezometro tramite un cavo millimetrato o centimetrato

Temperatura, pH, ossigeno disciolto, salinità, conducibilità elettrica e potenziale di ossidoriduzione sono i parametri chimico-fisici della falda che vanno misurati, il più velocemente possibile per evitare variazioni dovute al contatto con l’atmosfera. È fortemente consigliato di effettuare la misura diretta nel piezometro mediante strumenti portatili quali termometri, pH-metri, conduttimetri, misuratori di ossigeno disciolto. In alternativa, gli strumenti multiparametrici consentono la misura simultanea di più parametri.

Il campionamento delle acque sotterranee è finalizzato al prelievo di aliquote sulle quali verranno condotte le analisi chimiche, necessarie per conoscere lo stato chimico-fisico delle acque in oggetto. Il campione prelevato deve essere rappresentativo dell’acquifero su cui si conducono le indagini; per questo motivo, preliminarmente al campionamento, deve essere effettuato un corretto spurgo del piezometro. Lo spurgo consiste nella rimozione di un adeguato volume di acqua (generalmente tra 3 e 5 volte il volume di acqua presente in condizioni statiche all’interno del piezometro) e dell’eventuale materiale solido presente.

La strumentazione necessaria al campionamento delle acque di falda comprende le pompe sommerse, le pompe aspiranti, le pompe inerziali, e i campionatori, come ad esempio il bailer. Quest’ultimo è un campionatore puntuale costituito da un recipiente cilindrico, il quale viene calato nel piezometro tramite una corda; è dotato di una valvola di fondo, in modo che l’acqua possa entrare dal basso in fase di immersione, ma non uscire in fase di risalita.

Il numero campioni viene deciso in relazione a ciascun caso, in base alle esigenze del lavoro e alla disponibilità di una rete di monitoraggio. In questo frangente risulta fondamentale concordare il numero, il volume e la tipologia di contenitore per ciascuna aliquota con il laboratorio di analisi.

Una volta confezionate le aliquote necessarie, è necessario adottare tutte le precauzioni per evitare che il campione venga alterato. Al fine di assicurare la correttezza delle analisi, i campioni devono essere riposti in contenitori di materiali adeguati alla matrice ambientale prelevata e alla tipologia di contaminante da analizzare. Le aliquote devono inoltre essere conservate a una temperatura di 4°C (mediante l’utilizzo di frigo box portatili), evitando l’esposizione a fonti di calore o a sorgenti di contaminazione.

Per quanto riguarda la scelta dei contaminanti e relative concentrazioni limite, questi sono individuati dalla normativa nazionale (D.Lgs. 152/2006) e provinciale (D.G.P. 1072/2005, per la provincia di Bolzano) vigente. Tuttavia non sempre è richiesto di analizzare l’intera lista delle sostanze indicate nelle tabelle; per ogni sito, sulla base delle attività pregresse e della caratterizzazione specifica, sono selezionate le sostanze indicatrici.

Fonte: Manuale per le indagini ambientali nei siti contaminate, APAT (Manuali e Linee Guida 43/2006)

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